Responsabile Unico del Procedimento: arch. Luca Rinaldi (Soprintendente)

Direttore lavori: dott.ssa Silvia Massari (funzionario Restauratore-Conservatore)

Ditta: Cooperativa C.B.C.

I lavori di restauro nell’ex convento di Sant’Agostino a Bergamo sono stati condotti nella Sala detta del fregio allegorico, posta al primo piano del chiostro minore. Un primo cantiere pilota nel 2021 ha permesso di acquisire le informazioni necessarie per definire un puntuale intervento di restauro delle superfici che si è poi svolto fra il 2023 e il 2024.

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Fotografia di Domenico Ventura – © tutti i diritti riservati

Le prime notizie riguardanti la fondazione del convento risalgono al Duecento, quando sul finire di quel secolo vennero eretti la chiesa dedicata ai SS. Filippo e Giacomo, un chiostro, il refettorio e il capitolo. Un incendio all’inizio del XV secolo distrusse gran parte delle costruzioni, ma l’insediamento della Comunità degli Osservanti di Lombardia nel 1443 favorì una pronta ricostruzione. Da allora il convento conobbe un periodo di fioritura culturale che perdurò fino al Seicento. A seguito dell’invasione napoleonica del 1789 il convento venne soppresso e poi trasformato in una caserma, portando alla perdita di gran parte del suo patrimonio artistico.

Acquisito dal Comune di Bergamo nel 1966, l’ex Convento di Sant’Agostino dal 1997 è in concessione d’uso all’Università degli Studi di Bergamo.

I restauri, progettati e diretti dalla Soprintendenza ed eseguiti dalla ditta Cooperativa C.B.C., hanno interessato una sala posta al primo piano del chiostro minore. In prima istanza si è proceduto nel 2020-21 a eseguire un’accurata campagna stratigrafica che ha permesso di individuare e recuperare dei lacerti di decorazione fino a quel momento rimasti ignoti. Si è dunque proceduto al descialbo completo delle pareti riportando alla luce gli affreschi sottostanti. Grazie alle informazioni acquisite durante il cantiere pilota, i lavori di restauro del fregio pittorico hanno ridato leggibilità ad ampie porzioni delle decorazioni ad affresco, datate al XVI e XVII secolo.

Fotografie di Domenico Ventura – © tutti i diritti riservati

Il soggetto del fregio è stato oggetto di studio della Prof.ssa Sonia Maffei, la quale ne ha ricostruito la complessa iconografia. Questo venne eseguito in due fasi e mostra animali, figure mitologiche e “mostri” che sono allegorie di virtù morali e religiose racchiusi da motivi fitomorfi. Nel suo studio la prof.ssa Maffei ha messo in evidenza come l’iconografia di queste figure richiami in maniera esplicita le illustrazioni di alcuni testi letterari rinascimentali, specialmente gli Hieroglyphica di Pierio Valeriano. Il fregio rappresenta dunque il legame fra la produzione pittorica e quella libraria nonché il ruolo svolto dal convento di Sant’Agostino nell’espressione e creazione della cultura del suo tempo.

Per quanto delle prove certe sull’originale destinazione d’uso della sala non ci siano, l’ipotesi più accreditata è che facesse parte della foresteria dove alloggiavano personalità illustri in visita nella città. Se confermato, spiegherebbe in parte il costante riferimento delle immagini a fonti letterarie del tempo, inaccessibili ai più ma perfettamente note all’élite intellettuale e politica.

Maggiori informazioni riguardanti il restauro dell’ex convento di Sant’Agostino sono reperibili nel n. 4 – 2023 di “Fontes – Rivista di iconografia e storia della critica d’arte”, che contiene i seguenti articoli dedicati al fregio allegorico:

  • Silvia Massari, La sala del fregio allegorico nel convento di Sant’Agostino a Bergamo: analisi dei dati materiali e dei documenti d’archivio
  • Sonia Maffei, Dai libri alla parete: la sala del fregio allegorico nel convento di Sant’Agostino a Bergamo