Restauro di beni culturali
Il restauro viene definito dall’art. 29 comm 4 del D. Lgs. 42/2004 Codice dei beni culturali e del paesaggio come l’intervento diretto sul bene attraverso un complesso di operazioni finalizzate all’integrità materiale ed al recupero del bene medesimo, alla protezione e alla trasmissione dei suoi valori culturali.
Gli interventi conservativi di restauro di beni culturali mobili e di superfici decorate di beni architettonici sono a soggetti ad autorizzazione da parte della Soprintendenza in ottemperanza a quanto stabilito dall’art. 21 del Codice dei beni culturali e del paesaggio. L’autorizzazione all’esecuzione di tali interventi viene rilasciata sulla scorta di un progetto corredato dalle opportune analisi così come descritto nella sezione modulistica.
Tali progetti devono essere redatti da dei professionisti riconosciuti dalla normativa e, come recentemente stabilito nel 2018, le attività di restauratore e di tecnico del restauro di beni culturali rientrano fra le professioni regolamentate. La Direzione Generale Educazione e Ricerca rende disponibile l’elenco unico dei restauratori dei beni culturali dove è possibile trovare le informazioni relative ai professionisti correntemente iscritti.
Restauri progettati e diretti dalla Soprintendenza con fondi ministeriali:
Ex Convento di S. Agostino – Restauro del ciclo pittorico cinquecentesco rinvenuto presso il chiostro minore – Sala del fregio allegorico
I lavori sono stati condotti a partire dal 2021 con un primo cantiere pilota ed è proseguito con un puntuale intervento di restauro delle superfici che si è svolto fra il 2023 e il 2024.
Convento di San Giuseppe – Cantiere pilota di restauro delle superfici pittoriche e degli intonaci presso il chiostro mediano
A seguito di un’accurata campagna diagnostica effettuata nel 2023 si è rilevata una situazione di estrema fragilità delle pitture, per cui si è proceduto con un cantiere pilota di restauro su una porzione delle superfici.