Restauro nel secondo chiostro del convento di San Giuseppe
Responsabile Unico del Procedimento: arch. Luca Rinaldi (Soprintendente)
Direttore lavori: dott.ssa Silvia Massari (funzionario Restauratore-Conservatore)
Ditta: Consorzio Arkè
Il cantiere pilota di restauro ha interessato una porzione delle pitture murali seicentesche del chiostro mediano del convento di San Giuseppe a Brescia. Per questo intervento la Soprintendenza si è avvalsa della collaborazione del Centro Interdisciplinare di Studi e Ricerche per la Conservazione del patrimonio culturale (CISRiC) dell’Università di Pavia che si è occupato dell’esecuzione delle indagini necessarie a definire la tecnica esecutiva dei dipinti e chiarirne le cause del degrado..
Il cantiere pilota
La campagna diagnostica eseguita nel 2023 ha rilevato una situazione di estrema fragilità delle pitture dovute non solo alla vetustà del bene ma anche alle sue specifiche condizioni ambientali. Grazie ai dati raccolti in questa prima fase, la direzione lavori ha potuto valutare attentamente, insieme ai restauratori, i criteri e le modalità di esecuzione del cantiere pilota.
I lavori hanno interessato una porzione della parete nord di circa 40 mq, che comprende parte della decorazione pittorica e degli intonaci della zoccolatura. Nel corso dell’intervento è stato necessario confrontarsi non solo con le criticità connesse allo stato di conservazione delle pitture, ma anche con i precedenti interventi di restauro. Alcuni di questi infatti sono stati piuttosto invasivi ed effettuati con materiali che nel tempo hanno compromesso la stabilità del film pittorico.
L’intervento ha previsto l’esecuzione di una spolveratura delle superfici con pennelli morbidi e un accurato intervento di fissaggio della pellicola pittorica e degli intonaci. Sono stati inoltre rimossi gli strati sovrapposti di sostanze di varia natura che rendevano difficile la lettura della superficie dipinta. Infine è stata effettuata la reintegrazione pittorica delle piccole lacune allo scopo di restituire leggibilità alle pitture.
Visto l’esito positivo di questo primo intervento, si è deciso di procedere anche sulle altri pareti, dividendo l’intervento in più fasi così da monitorare attentamente le lavorazioni e le condizioni di conservazione del ciclo.
Il secondo chiostro del convento di San Giuseppe
La prima pietra della chiesa di San Giuseppe, sita nel centro storico di Brescia, venne posta nel 1519. Seguì negli anni Trenta del Cinquecento la costruzione del primo chiostro, detto della foresteria, e quindi il chiostro di mezzo o della sagrestia. Nei decenni seguenti gli spazi conventuali si ampliarono ulteriormente con la costruzione di un terzo grande chiostro, che oggi è parte dell’adiacente Museo Diocesano.
Secondo alcune fonti uno degli autori delle pitture del secondo chiostro fu Antonio Gandino, anche se non fu l’unico. Gli altri artisti presenti sono ancora anonimi, ma è molto interessante l’affermazione del Paglia secondo cui cinque lunette erano opera “di un padre zocolante molto buono che fù attossicato”1 .
Il registro narrativo è organizzato in una serie di ventisei lunette con raffigurazioni della vita di san Bernardino inserite in finte cornici decorative. Al di sotto si trova una serie di riquadri (due per ogni lunetta) con le rappresentazioni dei conventi osservanti del territorio intervallati da ovali con i ritratti dei membri importanti dell’Ordine. Le scene rappresentate nelle lunette sono descritte da delle iscrizioni poste alla loro base, ricostruite da Rossana Prestini in uno studio del 19782. Al centro alla base di ogni lunetta appare, dove conservato, uno stemma accompagnato dal nome di uno o più committenti, membri di nobili famiglie o professionisti.
Per quanto il convento di San Giuseppe fosse sopravvissuto alle soppressioni napoleoniche, il suo ruolo si modificò profondamente nel corso dei secoli. Nel Novecento i chiostri, abbandonati dai frati conventuali, ospitavano anche un’officina il che spiega in parte il diffuso deterioramento delle pitture.