Le province di Bergamo e Brescia ospitano una grande varietà e quantità di aree e parchi archeologici, diffusi dalle città, alla pianura alle vallate alpine. Spesso collocati in paesaggi suggestivi, su dossi o in prossimità delle sponde dei laghi d’Iseo e di Garda.
Il territorio annovera anche siti riconosciuti patrimonio mondiale dall’UNESCO: il sito Unesco n. 94 Arte Rupestre della Valle Camonica, primo sito Unesco italiano, il Sito Transnazionale Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino, il Sito Unesco Seriale i Longobardi. I luoghi del potere.
Le Aree e i Parchi Archeologici sono gestiti con il concorso degli enti locali, di enti ecclesiastici, anche a seguito di apposite convenzioni ex. art. 112, e con il prezioso supporto delle Associazioni culturali e di volontariato.

Di seguito le principali aree archeologiche pubbliche.

  • Cavellas – Casazza, via Nazionale 47

L’insediamento romano di Cavellas è stato ritrovato nel 1992 a due metri di profondità nel corso degli scavi per la realizzazione di un edificio. I resti sono riferibili ad alcuni ambienti di abitazione di epoca romana distrutta a causa dell’esondazione del torrente Drione. La posizione di Cavellas era strategica lungo la strada che collegava e collega tutt’ora la pianura bergamasca, l’alto sebino e la Valle Camonica.

  • Impianto termale della villa romana – Predore, via Muciano

L’impianto termale oggi visitabile è parte di una vasta villa che sorgeva in corrispondenza del centro storico di Predore, tra il torrente Rino ad ovest e quello che scende dalla valle Muradella a est e prospiciente il lago verso sud. Nel 2003 un grosso intervento edile ha permesso di effettuare uno scavo archeologico di circa 1.000 mq, nella parte occidentale, occupata dalle terme e da un’area artigianale destinata alla manutenzione del fabbricato.

L’abitato di Parre-Castello è venuto alla luce grazie alle campagne di scavo effettuate dalla Soprintendenza Archeologica della Lombardia tra il 1983 al 1994.
Il sito sembra essere quello che le fonti antiche chiamano Parra Oromobiorum oppidum (Parre centro fortificato degli Oromobi o Orobi), un importante insediamento frequentato tra la protostoria e l’epoca romana.
La posizione naturalmente difesa e strategica per il controllo delle vie di transito e l’accesso alle risorse, soprattutto minerarie, è ancora evidente nel paesaggio odierno nonché nel toponimo Castello,.

  • Area archeologica della Biblioteca Civica – Bergamo, vicolo Aquila Nera
  • Area archeologica del Hospitium Comunis Pergami – Bergamo, Museo del Cinquecento, Piazza Vecchia
  • Area archeologica del Museo e tesoro della Cattedrale – Bergamo, Piazza Vecchia

Per approfondire:

www.visitbergamo.net/it/dettagli-oggetto/8149-la-bergamo-romana

www.fondazionebernareggi.it/it/museo-della-cattedrale/presentazione

www.pad-bg.it/la-rete

Inaugurato nel 2003 dopo un lungo intervento di scavo, restauro e valorizzazione diretto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia con finanziamenti ministeriali, del Comune di Cividate Camuno e di Regione Lombardia. I lavori furono svolti nell’ambito dell’Accordo di Programma Quadro per la Valorizzazione del patrimonio archeologico e dei siti di età romana esistenti nella media Valle Camonica.
Esteso su una superficie di circa 20.000 mq a nord della città, in una posizione unica, a ridosso della montagna, offre un eccezionale spaccato monumentale dell’antica Civitas Camunnorum. Conserva i resti dell’anfiteatro, riportato interamente alla luce nelle strutture perimetrali, del teatro, visibile per un terzo del totale, e una serie di edifici e di ambienti di servizio, tra i quali un sacello e delle piccole terme.
L’anfiteatro, costruito tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C. è il meglio conservato di tutta la Lombardia. Vi si svolgevano spettacoli di massa che godevano di ampio favore tra il popolo, i giochi gladiatori e le cacce (venationes). L’edificio, che poteva ospitare fino a 5500 spettatori, è ora sede anche di spettacoli e concerti che fanno rivivere l’antica Civitas Camunnorum.

  • Area Archeologica di via Palazzo – Cividate Camuno, via Palazzo

L’area archeologica del Palazzo, inaugurata nel 2011 a seguito di un intervento promosso dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia e dal Comune di Cividate Camuno con il sostegno di Regione Lombardia, conserva importanti resti riferibili al foro della città romana.
Il nome Palazzo, presente nei documenti dal XIV secolo, sembra riferirsi a una struttura pubblica di età romana, la cui esistenza è stata confermata recentemente.
Nella zona, prima occupata da una ricca dimora privata, in età flavia (69-96 d.C.) c’era un edificio pubblico affacciato sul foro. 
Dall’area proviene una pregevole statua in marmo, raffigurante un personaggio maschile ritratto in posa eroica, probabilmente un giovane principe della famiglia imperiale. L’originale è conservato al Museo Archeologico Nazionale della Valle Camonica a Cividate Camuno.

  • Parco Archeologico del Santuario di Minerva – Breno, loc. Spinera

Non lontano dall’antica Civitas Camunnorum si trova il santuario di Minerva, complesso religioso di età romana (I-IV sec. d.C.), sorto in un luogo già oggetto di venerazione da parte delle popolazioni locali fin dall’età del Ferro. I resti si trovano in un parco archeologico, nei pressi del fiume Oglio, raggiungibile anche attraverso una pista ciclo-pedonale fra Breno e la città romana.
Il sito fu scoperto casualmente nel 1986, quindi oggetto di numerose campagne di scavo archeologico e di interventi di restauro e valorizzazione condotti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia con fondi ministeriali. L’apertura al pubblico risale al 2007, nell’ambito degli obiettivi dell’Accordo di Programma per la valorizzazione della Valle Camonica romana.

  • Casa alpina di Pescarzo – Capo di Ponte

A Pescarzo di Capo di Ponte, 20 km a nord di Cividate Camuno, è visibile il migliore esempio di casa alpina tradizionale del territorio. In uso tra II e I sec. a.C., con una base in pietra e un alzato in legno, la casa si è conservata in maniera straordinaria grazie a un incendio che in antico ne ha distrutto l’alzato, ma che allo stesso tempo ha sigillato tutto quello che vi era all’interno.
Indagata tra il 1995 e il 1997, è valorizzata e aperta al pubblico dal 2015 grazie a un progetto della Soprintendenza Archeologica della Lombardia e del Comune di Capo di Ponte con fondi di Regione Lombardia.
I materiali sono esposti al Museo Archeologico Nazionale di Cividate Camuno gestito dal Polo Museale della Lombardia, mentre in situ sono conservate le strutture in pietra.

  • Parchi e aree archeologiche connessi con il Sito Unesco n. 94 Arte Rupestre della Valle Camonica

La Valle Camonica conserva un eccezionale patrimonio di incisioni rupestri, riconosciute sito UNESCO nel 1979. Uniche per varietà, qualità iconografica e durata (dalla Preistoria all’età contemporanea), sono distribuite in oltre 180 siti in una rete di parchi nazionali e comunali.
Oltre al Parco delle Incisioni Rupestri di Naquane e al Parco Archeologico dei Massi di Cemmo, parte del Polo Museale Regionale della Lombardia, sono presenti numerosi parchi e aree archeologiche gestite dagli enti locali e sotto la tutela della Soprintendenza.

  • Parco Archeologico Comunale di Seradina e Bedolina – Capo di Ponte
  • Parco Locale di interesse sovra comunale del Lago Moro, Luine e Monticolo – Darfo Boario Terme
  • Sito Archeologico dei Corni Freschi – Darfo Boario Terme
  • Parco Archeologico di Asinino Anvoia – Ossimo
  • Area archeologica del Valzel de le Undine – Borno
  • Parco pluritematico “Coren de le Fate” – Sonico
  • Parco Archeologico minerario – Sellero
  • Parco pluritematico – Berzo Demo-Loa
  • Parco delle incisioni rupestri e delle vigne – Piancogno

Rinvenute casualmente nel 1985, rappresentano uno dei più importanti e meglio conservati complessi di fornaci di epoca romana in Italia Settentrionale. Una delle strutture, in uso fra I e II secolo d.C., a pianta circolare e destinata alla produzione di laterizi, è conservata quasi integralmente all’interno. L’allestimento consente di ripercorrere tutte le fasi necessarie per la produzione di materiali da costruzione quali tegole, laterizi, coppi e mattoni di varie forme.
La visita all’area offre la possibilità di approfondire aspetti curiosi e interessanti della vita quotidiana romana.

  • Resti di acquedotto romano della Valtrompia – Sarezzo

Tra le più importanti opere pubbliche realizzate in età augustea si colloca l’acquedotto romano che attraversava la Valtrompia e che, attraverso un percorso sotterraneo di 20 Km, arrivava in città. Dell’acquedotto si conservano diversi tratti, a Sarezzo, Lumezzane, Villa Carcina, Concesio, Bovezzo e Brescia. Nel 2014 i lavori per la realizzazione del collettore fognario della Valtrompia hanno portato in luce alcuni tratti dell’acquedotto in via Antonini a Sarezzo. Per conciliare le esigenze di posa dell’opera pubblica con la salvaguardia della struttura antica, è stata autorizzata la rimozione di un tratto dell’acquedotto. Il reperto è stato ricollocato e restaurato nello spazio adiacente il municipio per una migliore fruizione pubblica.

  • Villa romana della Pieve – Nuvolento, via Pieve

Segnalata nel 1972 a seguito di lavori edili e indagata dal 1986, è stata inaugurata nel 2012 dopo il completamento dello scavo e del restauro nell’ambito di un progetto promosso dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia e il comune di Nuvolento con il sostegno di Regione Lombardia.
La villa è collocata all’ingresso della Val Sabbia e lungo gli antichi percorsi di collegamento tra le valli, la pianura, il lago di Garda e Brixia, e rappresenta un esempio di villa urbano-rustica in uso dalla fine del I a.C. agli inizi del V d.C. L’edificio in origine si sviluppava per circa 3000 mq: le notevoli dimensioni, la sontuosità degli ambienti di rappresentanza, le tracce di zone destinate ad accogliere una numerosa servitù portano a ritenere che l’abitazione appartenesse a una famiglia di alto rango vissuta tra la fine del II e gli inizi del III secolo d.C.
La visita all’area archeologica è completata da un punto informativo didattico presso la biblioteca, dove è esposta una selezione dei reperti.

L’area archeologica è stata allestita e aperta al pubblico in maniera definitiva nel 2014, dopo un lungo e articolato intervento di scavo, restauro e valorizzazione. La Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia e il Comune di Toscolano Maderno hanno condotto i lavori con fondi ministeriali e comunali e con il sostegno di Fondazione Cariplo e di Regione Lombardia.
La villa, in uso dal I al V secolo d.C., nel II sec. d.C., fu probabilmente dimora di Marco Nonio Macrino, esponente di una importante famiglia bresciana. La zona archeologica, che si estende su una superficie di oltre 2200 mq in una splendida posizione sulle rive del lago di Garda, conserva raffinati pavimenti a mosaico e pregevoli intonaci dipinti.

  • Area archeologica Antichi edifici sul foro – Brescia, Palazzo Martinengo Cesaresco via Musei 30
  • Area archeologica con resti romani dell’Istituto Arici – Brescia, via Trieste

Consistenti resti romani, in aree non ancora del tutto attrezzate, sono anche presso il Liceo Classico Statale Arnaldo e il Liceo Veronica Gambara di Brescia.